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Udinese, un punto-svolta in rimonta

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di Umberto Sarcinelli – Può essere la svolta verso la salvezza. Per la prima volta in campionato l’Udinese rimonta un risultato negativo e coglie un punto che serve soprattutto alla speranza più che alla classifica. Ora i bianconeri devono conquistare la permanenza in serie A nelle ultime tre partite del campionato, contro squadre anch’esse in lotta per la salvezza. E svolta è anche il primo gol di Success, mai a segno finora. E svolta è anche la consapevolezza che Davis potrà essere l’arma vincente nella corsa alla salvezza. Il popolo bianconero ha accolto con un boato il gol del pareggio, nel giorno del 48° anniversario del terremoto. A suo modo, magari in maniera blasfema, ma anche questo sembra un segno del destino che va nella direzione della rinascita.

Pereyra non è disponibile e allora Cannavaro presenta dall’inizio Brenner al fianco di Lucca, preservando Davis per il secondo tempo e disegna una squadra con i reparti molto stretti, concentrata come non mai in questo campionato, ma inevitabilmente preda dei fantasmi della serie B. La paura in campo è palpabile, attanaglia tutti i giocatori che però trovano nella compattezza e nella coesione il rimedio. Così il Napoli è costretto a far girare palla lontano dall’area bianconera, Osimeh non tocca palla con Bijol addosso, Politano non trova spazio, solo sulla sinistra i napoletani possono cercare fortuna, ma Esinbuhe sostiene bene Ferreira. Centrocampo al posto di Payero c’è Zarraga che sceglie il lavoro umile e l’attenzione a chiudere ogni linea di passaggio. Smamardzich è guardato a vista e raddoppiato, Lucca fa quello che può e pressa sul primo passaggio avversario. Insomma un’Udinese-fortino che si arròca aspettando l’occasione giusta per ripartire. partita bloccata. Il Napoli non riesce a fare un tiro in porta, l’Udinese non concretizza qualche bella ripartenza.

Nella ripresa i fantasmi della serie B fischiano ancora più forte nelle menti dei giocatori bianconeri, mentre la squadra non riesce più a tenere la compattezza del primo tempo. La falce della retrocessione sembra tagliare definitivamente l’erba friulane quando Politano trova spazio a destra e crossa al centro. Osimeh si infiltra tra Bijol e Ferreira e colpisce di testa mandando il pallone contro il palo alla destra di Okoye. La carambola, per l’ennesima volta nello sfortunato campionato dell’Uidinese, è favorevole all’attaccante.

Seguono minuti di sconcerto e di sbandamento. Dei giocatori, non dei tifosi che alzano il tono dei loro cori, invocando una scossa, Cannavaro non ha fantasmi da scacciare, non ha remore, non esibisce corna e aglio, ma coraggio e intuito, fantasia e leggerezza. Fuori Lucca e Bremmer, dentro Success e Davis. E subito tutti capiscono come l’Udinese sia stata pesantemente privata in tutte queste giornate  di un giocatore, come Davis, che sposta gli equilibri in campo.  I minuti comunque passano inesorabili, Osimeh dà un uppercut a un pugile già suonato quando segna di piatto sulla verticalizzazione di Lobotka. Ma è in fuorigioco millimetrico. Un segno del destino: l’Udinese riprende animo, cerca risorse nella disperazione e in Davis. Ma è Success, uno che non segna a un centimetro dalla linea di porta a riportare gli astri sul cielo di Udine girando di destro il pareggio al 92°minuto. Inaudito. Ma sarebbe inaudita la retrocessione di una società come l’Udinese.

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