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Udinese bella a metà e incassa un punto

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di Umberto Sarcinelli – Avete presente quelle belle giornate in montagna con tanta neve sul campo da sci, uno splendido sole a riscaldare il clima, un’ottima compagnia e tanto divertimento? Ecco, era iniziata così la domenica per l’Udinese contro il Cagliari, in uno di quegli scontri salvezza da vincere assolutamente. È finita che il sole ha squagliato la neve e infangato una giornata che poteva (doveva) essere di gloria. La metafora si attaglia perfettamente a questa Udinese dai due volti ma con un solo carattere, quello del perdente. Con l’aggravante che Cioffi sbaglia clamorosamente i cambi, rischiando di trasformare definitivamente una partita iniziata benissimo in una disfatta epocale.
L’allenatore conferma gli undici che avevano vinto a Torino contro la Juventus. Fu vera gloria? I posteri che avrebbero dovuto dare l’ardua sentenza erano pronti e benevolmente disposti. Vittoria a Torino e pareggio in casa: quattro punti. Pareggio a Torino e vittoria in casa: stessi quattro punti. I conti tornano dal punto di vista della classifica, ma per i tifosi non sono della stessa natura. L’analisi delle differenze non conduce a nulla, nemmeno a livello psicologico. Vincere contro la Juve in trasferta è un’impresa, cogliere i tre punti in casa contro una “pari grado” è soddisfazione. Ragionateci su, come direbbe Crozza-Zaja.
Il primo tempo dell’Udinese è stato spettacolare: azioni semplicemente efficaci, concentrazione difensiva, recupero palla celere, reparti equilibrati, giocatori ispirati tecnicamente e anche inclini alla giocata d’effetto e così in tredici minuti l’Udinese è in vantaggio: Ehizinbue crossa da destra, Lucca fa velo e Zamura arma il suo piede destro, mirando all’incrocio dei pali opposto. Scuffet, a meno che non si sia trasformato nell’uomo-estensibile, non ci può arrivare. Il Cagliari sembra bloccato e confuso, non riesce a tener palla, in difesa è incerto, il primo tiro verso Okoye si registra, innocuo, al 35’. Di contro l’Udinese spreca, il pubblico non impreca perché si diverte a tanto bel gioco.
Ma le nuvole s’addensano sopra lo stadio. Nel pantheon calcistico di Brera Eupalla rispolvera l’antica profezia-sentenza: gol sprecato, gol incassato. La punizione dell’Olimpo arriva al 43’, inaspettata, come una saetta di Zeus a ciel sereno. Augello ha spazio sulla sinistra, effettua un cross e trova la testa di Gaetano con le inclinazioni e la forza ideale per mettere il pallone lontano da Okoye, ma dentro la porta.
Uno a uno e Udinese più che ferita schiantata di brutto. Non c’è reazione, l’intervallo negli spogliatoi materializza vecchi fantasmi. Tutto diventa subito difficile, quasi impossibile: la squadra si sfalda, i giocatori si afflosciano in. una stanchezza che prima di tutto è psicologica, i reparti si slegano, il Cagliari prende fiducia e intravede la possibilità di fare punti. Anzi, li vuole fare. I cambi di Cioffi non sortiscono effetto, se non al contrario. Lucca e Thauvin lasciano il posto a Success e Brenner, Ebosele sostituisce Zamura. Nessuno dei tre, anzi, nemmeno lka somma dei tre è più efficace di uno sei sostituiti.
I fantasmi che scaturiscono dal carattere perdente dei bianconeri si riaffacciano prepotenti e il Cagliari nel approfitta pressando in avanti.
Questa volta, però, gli ultimi minuti non sono fatali, sono solo sofferenza per i bainconeri.

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