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Milano Cortina 2026: Mancano 500 Milioni

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U.S. – “Milano-Cortina 2006” non sarà un successo economico come il comitato organizzatore, presieduto da Giovanni Malagò, aveva assicurato. Mancano due anni all’appuntamento olimpico e già si registra un “rosso” di 500 milioni di euro. L’ultimo report che sta  preoccupando l’Ad della Fondazione, il comitato organizzatore, Andrea Varnier, voluto dalla presidente del consiglio dei ministri, Giorgia Meloni nell’autunno del 2022 per rimediare ai ritardi accumulati dalla precedente gestione.

Il piano economico prevedeva all’inizio un  budget di 1,3 miliardi, con costo zero per lo Stato. Secondo gli organizzatori sarebbe stato coperto dai fondi Cio per il 75% e il resto dagli sponsor privati. Un’illusione perché subito c’è stato uno sforamento che ha portato il conto a 1,5 miliardi e ora la situazione è ulteriormente precipitata, mentre i ritardi di accumulano e resta l’incognita della pista da bob. Sarà inevitabile a questo punto, l’intervento dello Stato per ripianare il “buco”. Le uscite, infatti, hanno superato la soglia dei due miliardi, come rivela  in un’inchiesta giornalistica “Il Fatto Quotidiano”. Si registra un aumento di 300 milioni di costi per il personale, che continua a aumentare nonostante la crisi. La Fondazione, inoltre, dovrà trasferirsi dalla Torre Allianz di Milano per uno stabile più grande, in grado di accogliere i nuovi assunti. Sul fronte delle entrate la situazione non è migliore, ferme alla soglia dei 1,5 miliardi. I contributi Cio per i diritti d’autore, 400 milioni,i partner internazionali, 200 milioni, non basteranno, come appaiono insufficienti gli sponsor italiani che dovrebbero attestarsi sui 500 milioni, costituiti soprattutto dalle partecipate statali “arruolate” dal Governo.

L’unica strada per ora intravista per far quadrare in qualche modo i conti, è quella di limare il bilancio previsionale prima dell’approvazione fissata entro la Pasqua. “Milano.Cortina 2026” ha un conto economico che non sembra stare in piedi. Ritornare al budget di 1,5 miliardi è un’utopia, poiché i costi sono concreti, mentre i ricavi ora certi sono fissi e quelli ipotizzati molto incerti e fumosi. In soccorso al probabile flop economico e gestionale,  c’è la contingenza del momento. Sull’organizzazione si sono abbattuti aumenti generali dei costi non prevedibili, legati a due guerre, un a pandemia e ai rincari energetici e delle materie prime. Per ricondurre i conti a una dimensione più gestibile verranno scorporati i costi dell’inflazione (circa 120 milioni) e effettuati molti tagli in servizi, come la campagna promozionale, la riduzione dei trasporti e l’accoglienza, rischiando un’Olimpiade in tono minore rispetto alle roboanti promesse del Coni e delle regioni Lombardia e Veneto sui “giochi dell’autonomia”  virtuosi e sostenibili.

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