Maestro benemerito, sesto dan, Arduino è stato uno dei primissimi allievi che, agli albori degli anni 60, scelse di cimentarsi in quella esotica disciplina che al tempo si traduceva con il termine: lotta giapponese. Per Arduino, un omone grande e grosso con due spalle così, fu subito amore a prima vista. E la sua storia con il judo si è conclusa, forse, soltanto sabato, quando ha esalato l’ultimo respiro in casa sua, a San Giacomo. Con la moglie Renata ed il figlio Maurizio amorevolmente al suo fianco. Come sempre. Sì, perché anche nell’ultima conversazione, di quelle fatte così, per sdrammatizzare il momento, l’ultimo desiderio espresso da Arduino, con un filo di voce, è stato: “cos che volessi far desso? Andar in palestra”.
La palestra, per Arduino de Candussio, che per 40 anni ha fatto il macellaio in via San Marco, è diventata la sua seconda casa, soprattutto quando nel 1972 volle mettersi in proprio. Lasciata senza contrasti la Ginnastica Triestina, fondò assieme a Renzo Zuliani il Judo Club A&R, laddove A stava per Arduino e R per Renzo. Sembrava dovesse essere un’avventura, ma dopo 52 anni l’A&R Palestre è diventata una casa per moltissimi appassionati di diversi sport. Anche di judo.
Idee chiare, fiero ed orgoglioso, il Maestro Arduino è stato anche un indomito agonista, basti ricordare che soltanto 16 anni fa gareggiò ai Mondiali Master a Bruxelles. Sul tatami ha formato ed aiutato a formare generazioni di atlete ed atleti attraverso una visione resa speciale dalla sua personalità. L’ultimo saluto verrà dato semplicemente con una messa nella Chiesa di San Giacomo alle 10.30 di venerdì 17.