(U.S.) Non confondetela con l’alpinismo, l’arrampicata sportiva è tutt’altra cosa, anzi, tutt’altro sport. Con l’alpinismo classico condivide la verticalità, l’uso dei quattro arti, le doti di equilibrio e propriocezione del corpo, ma niente di più. E’ una disciplina sportiva codificata in regole e inquadrata in una federazione del Coni e è nel programma per la seconda volta, dopo Tokio 2020 dei giochi olimpici di Parigi che si apriranno il 26 luglio
Disciplina giovane, praticata in impianti appositi, siano essi all’apetto o al chiuso, pareti artificiali che rispondono a specifiche disposizioni tecniche. A illustrare questa nuova disciplina sportiva olimpica è Andrea Padoan, delegato regionale del Friuli Venezia Giulia della Fasi, federazione arrampica sportiva italiana.
Come è nata in Fvg la federazione arrampicata sportiva?
“La Fasi nasce in Italia nel 1987, dopo le prime gare internazionali, prima su tutte quella di Bardonecchia del 1985 organizzata proprio dall’Italia. La Federazione che, fino al 16 dicembre 2021, era una Disciplina Sportiva Associata, dopo la prima olimpiade a Tokyo e la conferma come sport olimpico per Parigi e Los Angeles, ha ottenuto anche in Italia il titolo di Federazione. Durante questi anni in cui la Federazione è stata una DSA, la gestione è stata complicata, con budget molto risicati, ottimi picchi di risultati ma con un numero di tesserati basso. Ora, sull’onda dell’entusiasmo olimpico, la Federazione è in costante crescita e conta oramai oltre 60.000 iscritti sul territorio nazionale. Da quando sono stato nominato delegato per il Friuli Venezia Giulia, il comitato regionale è stato in continua crescita con l’organizzazione di gare giovanili e senior, organizzazione di corsi di formazione e progetti portati avanti assieme agli enti pubblici”.
Quante sono le società regionali?
“Nonostante un incremento costante di tesserati, con un picco di crescita nel 2023 che ci ha fatto essere la regione con maggior incremento dei tesserati in proporzione agli abitanti, in regione si contano 8 società affiliate di cui solamente tre attive in ambito sportivo, Gravità Zero Trieste, Chiodo Fisso Udine e Teste di Pietra Pordenone. Quindi non possiamo avere un consiglio regionale (minimo 10 società affiliate) e ad ogni mandato del consiglio nazionale, viene nominato un delegato regionale. Al momento sono nell’ultimo anno della mia seconda nomina”.
Qual è la dimensione dei praticanti e la composizione dei vostri aderenti?
La realtà degli arrampicatori in tutta Italia ed in Friuli Venezia Giulia, è molto particolare. Sono moltissime le persone che praticano l’arrampicata, ma prima dell’avvento delle palestre e fino a che non ci siamo strutturati in Federazione, i praticanti erano dispersi fra autodidatti, membri del CAI, membri di Enti di promozione sportiva, mentre solo gli agonisti erano legati alla Federazione.
Nella nostra regione per anni l’attività federale è rimasta legata alle sole competizioni e la maggior parte delle realtà hanno preferito affiliarsi ad altri enti di promozione. Inoltre, la nostra regione ha un passato di forti alpinisti e spesso si è ancora legati ad un’idea dell’arrampicata sportiva intesa come allenamento per l’alpinismo o per l’outdoor. Ora le cose stanno cambiando, le palestre sono sempre più piene di volenterosi neofiti che vogliono essere ben formati per poi praticare l’arrampicata sportiva in natura o nelle palestre del territorio.
Ci sono in regione 138 atleti agonisti tesserati nel 2024, di cui 112 giovanili; 1656 atleti amatoriali di cui 194 under 16 (il gestionale divide due tipi di tesseramenti: adulto e under 16, anche se noi consideriamo attività giovanile fino ai 19 anni compresi-U20); 4 atleti paraclimb di cui 2 agonisti; 30 tecnici e 4 tracciatori.
Quali sono le caratteristiche che deve avere una persona che voglia iniziare questa disciplina?
Per esperienza posso dire che chiunque si può avvicinare all’arrampicata. Fra i tesserati abbiamo bambini di 6 anni fino a ultrasessantenni, inoltre l’attività può essere svolta a livello ludico amatoriale come agonistico. L’arrampicata è uno sport antigravitazionale e quindi richiede un buon equilibrio, buona coordinazione e propriocezione, buona mobilità, forza e resistenza, tutte cose che se insegnate e allenate correttamente, si possono gradualmente ottenere e migliorare per raggiungere ottimi risultati e prendersi incredibili soddisfazioni. Bisogna sempre tener presente che in arrampicata la caduta è un elemento importante per l’apprendimento; quindi, se ci piace metterci in gioco, migliorare continuamente e alzare l’asticella ogni volta che un obiettivo è stato raggiunto, allora questo è lo sport che fa per noi!
La regione Fvg è dotata di sufficienti impianti?
In regione sono 8 le società affiliate, Teste di Pietra (PN), Olympic Rock (TS), Manoaperta (TS) e Mangart (UD) conducono le loro attività in impianti pubblici dati in convenzione, tutte e quattro con strutture di medie dimensioni, spesso orientate all’attività con la corda. Chiodo Fisso (UD) e Gravità Zero (TS) conducono l’attività in impianti privati su strutture realizzate a loro spese o con l’aiuto di contributi pubblici e le strutture sono solamente boulder. Il Centro Sportivo Internazionale e l’SPDT, entrambi con sede in provincia di Trieste, sono piccole strutture boulder.
Ci sono altre strutture in impianti pubblici in regione ma sono date solitamente in gestione al CAI, come la bella struttura di Codroipo dove abbiamo organizzato una gara quest’anno e quella in costruzione presso il nuovo polo sportivo a Pordenone.
Attualmente in regione non esiste una struttura che possa essere omologata per ospitare una gara internazionale o anche una gara di livello nazionale e spesso andiamo in deroga per l’organizzazione delle gare regionali. Nelle vicine Slovenia e Austria ci sono impianti pubblici e privati di livello mondiale, Innsbruck e Koper su tutti.
A che livello sono gli atleti del Fvg?
In passato abbiamo avuto alcuni atleti che sono riusciti a primeggiare a livello italiano e vestire anche la maglia della nazionale, ma erano casi isolati, con un’unica società attiva e poca attività di base. Attualmente abbiamo qualche picco ma qualifichiamo più di 20 atleti per i campionati italiani giovanili e alcuni atleti per le gare nazionali senior, inoltre a gare regionali con pochi atleti siamo arrivati ad avere gare con oltre 100 partecipanti di tutte le categorie.
Al momento abbiamo un giovane astro nascente, Andrea Ludovico Chelleris (15 anni – Teste di Pietra), che oltre a gareggiare al vertice nelle gare nazionali giovanili, è oramai fisso rappresentante della nazionale giovanile. Anche Leonardo Blasutig (14 anni – Chiodo Fisso) è stato convocato per la prima volta ai raduni della nazionale e promette molto bene. Fra i più piccoli abbiamo ottime leve nei vivai di Teste di Pietra, Chiodo Fisso e Gravità Zero.
A livello senior attualmente abbiamo vari atleti che gareggiano a livello nazionale su cui primeggiano Luca Bacer e Paolo Sterni (entrambi Gravità Zero). In particolare, Paolo già membro della nazionale giovanile e maggiore nel 2022, è stato secondo assoluto nella Coppa Italia LEAD 2022.
Può illustrarci sommariamente le discipline olimpiche dell’arrampicata?
Le discipline in arrampicata sportiva sono tre.
La SPEED prevede un percorso sempre uguale di 14 metri dove vince chi arriva più velocemente sulla piastra finale che ferma il tempo. Dopo una qualifica basata sui tempi, le fasi finali si svolgono in uno scontro ad eliminazione diretta fino a proclamare il vincitore in finale e il terzo e quarto posto nella finalina.
Il BOULDER prevede invece la realizzazione del maggior numero di percorsi nel minor numero di tentativi, i percorsi sono solitamente 5 nelle fasi di qualifica e 4 nelle semifinali e finali. Esiste anche una presa bonus intermedia che conferisce punteggio.
La LEAD infine prevede un percorso da salire con la corda e il vincitore è quello che arriva più in alto.
A Tokyo2020 l’arrampicata sportiva era presente con una sola medaglia e, con malumori di tutti, si è deciso di creare un format ad hoc definito “Combinata Olimpica”. Questo format, nato e morto a Tokyo, era piuttosto complicato da comprendere ed è risultato sgradito agli atleti poiché premiava la versatilità e non l’effettivo valore, soprattutto perché la SPEED, come disciplina in sé, è completamente diversa dalle altre due.
Da Parigi invece le medaglie saranno due, una per la SPEED e una per la combinata LEAD/BOULDER. Anche in questo caso il vincolo della combinata ha chiesto alla Federazione Internazionale (IFSC) di fare i salti mortali per creare un format di gara comprensibile al pubblico, spettacolare e digeribile dagli atleti. Si sono fatti passi avanti notevoli ma la formula gara rimane ancora un po’ macchinosa.
Si spera che a Los Angeles avremo le tante agognate tre medaglie per specialità.