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Don Mario Vatta: una vita dedicata agli altri riconosciuta col 1° dan di judo

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20231215_Don Mario Vatta.jpeg Di Sandro Scano

L’incontro è di quelli importanti, ma estremamente semplice e, per me, emozionante.Loro sono due amici al bar. Due persone normali nel loro essere, non nell’eccezionalità del loro spessore. Li accomuna la naturale passione per quello in cui hanno sempre creduto e per cui si sono spesi. Don Mario Vatta, classe 1935 non ha bisogno di grosse presentazioni. È il Parroco fondatore della Comunità di San Martino al Campo, nata cinquant’anni fa a Trieste per far fronte alla fragilità delle persone che vivono ai margini della società. Ha fatto suoi e diffuso la ricchezza dell’accoglienza e della condivisione, così come ha dedicato una vita alla ricerca di scelta di obbiettivi giusti. Profondità di pensiero e di azione al servizio dei bisognosi. E quando si è ritirato dal lavoro fisico, materiale, la sua missione ha continuato ad essere almeno altrettanto incisiva con la parola, che lo ha sempre accompagnato. Pubblicazioni, libri, incontri, per continuare a distribuire e diffondere la speranza, soprattutto per chi in momenti difficili l’ha persa.

E poi c’è il Maestro benemerito Palmiro Gaio, classe 1934. È il maestro di tutti noi judoka, sin da quando nei primi anni ’60 la disciplina iniziava a diffondersi nella nostra regione. Presidente onorario della Fijlkam FVG, VIII dan, con la sua presenza, il suo spirito e la sua parola, arricchisce quotidianamente chiunque lo frequenti.
“Un Maestro di vita, lealtà, educazione e tolleranza, prima che di sport”, lo ritrae don Mario.

E il loro primo incontro risale proprio a quei periodi, al 1963, ricordano nitidamente entrambi, quando le loro strade si sono incrociate mentre don Mario chiedeva al maestro Palmiro di accompagnare i suoi ragazzi alla disciplina, trasferendo le materassini dalla Scuola di Polizia al Seminario. Un momento particolare dove la nuova arte marziale proveniente dall’Oriente stava prendendo piede e già era motivo di confronto e arricchimento.
“Ricordo perfettamente quando ho raggiunto la mia cintura gialla, anche se non sono mai stato così portato per lo sport” ricorda Don Mario” sono un sassofonista sottratto alla musica, il mio nuovo datore di lavoro non voleva, ma io amavo il jazz”. Una memoria nitida che gli permette di ricordare anche i dettagli di tutti i suoi ragazzi cui faceva catechismo.

E a questa grande storia di amicizia, lealtà e sport, giunta al Presidente della Fijlkam, è corrisposta la naturale concessione della cintura nera , 1° dan motu proprio, consegnatagli dal Maestro Palmiro: “Don Mario Vatta è un combattente puro, lui è nato cintura nera, noi non possiamo che consegnargliela”. ”Grazie di cuore,” risponde emozionato Don Mario ”qualche giorno fa mi hanno definito cintura nera, non ricordo in quale contesto. E’ stata la provvidenza. Questo amichevole agguato di Palmiro, questo incontro, questa cintura mi rendono felice.”

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