
Nel pre-partita di Udinese-Milan, il responsabile dell’area scouting ed ex giocatore bianconero e della nazionale Andrea Carnevale è stato intervistato da Gabriella Marano nell’auditorium del Bluenergy Stadium. L’occasione è stata la presentazione in anteprima del libro “Il destino di un bomber” (66and2nd), scritto dallo stesso Carnevale e da Giuseppe Sansonna; un libro che parla non solo del calciatore, quello che ha condiviso il campo con Zico e Maradona e che è arrivato fino al Mondiale, ma anche del Carnevale uomo e ragazzo, che ha dovuto convivere con il dramma del femminicidio della madre da parte del padre.
“Nel libro non si parla solo di calcio, l’intento è un altro: scendere in campo per fare qualcosa contro i femminicidi. Io stesso ne sono stato vittima, essendo orfano da cinquant’anni” ha sottolineato Carnevale. “In un femminicidio non c’è solo una morte, ma anche le conseguenze di questa. Io ho avuto la fortuna di diventare un campione, ma non tutti i miei fratelli e sorelle sono stati fortunati. Parlarne per me ora è anche una terapia, mi sento di parlarne e voglio parlarne ai giovani e alle famiglie. Voglio fare qualcosa”.
“Quando mi hanno chiesto di scrivere questo libro non ho voluto sentir parlare di soldi” ha proseguito il responsabile dell’area scouting. “L’ho scritto perché voglio fare qualcosa per prevenire i femminicidi. A 14 anni non potevo più assistere alle atrocità che vedevo ogni giorno in casa e sono andato dai carabinieri, che mi hanno detto che non avrebbero potuto nulla finché non avrebbero visto il sangue. Il giorno che mia madre è morta sono tornato da loro e gli ho detto: “Ecco qua”. Lo si sarebbe potuto evitare”.