Nella partita degli specchi chi non si riflettono solo i gol. Zero a zero fra Cagliari e Udinese all’ora di pranzo nell’isola. Un risultato che è la logica conseguenza di due squadre che si affrontano in campo con lo stesso modulo tattico e la medesima strategia: cercare il lancio lungo per le punte-pivot Pavoletti e Lucca, intasando le fasce e lasciando il centrocampo agli interditori. Qui il duello è vinto dal Cagliari, perché Wallace incappa in una giornata infelice e solo le grandi chiusure di Bijol impediscono che i suoi errori si tramutino in reti avversarie. Il pareggio alla fine è un risultato equo, sul quale sia Ranieri che Sottil possono recriminare. Il primo in settimana aveva criticato fortemente la decisione di giocare la partita a Cagliari all’ora di pranzo, quando temperature e umidità sono da siesta sotto le palme piuttosto che correre in un campo di calcio. Il ritmo blando, l’affanno dei giocatori dopo uno scatto, la stanchezza precoce, la perdita di lucidità in alcune situazioni di gioco, ne sono la logica conseguenza. Ma tant’è, ai soldi delle televisioni nessuno vuole rinunciare. Due squadre a specchio, anche nei principali sponsor. Il Cagliari sfoggia la scritta “Sardegna”, impressa con i fondi regionali, l’Udinese sulla maglia esibisce la scritta “Io sono Friuli Venezia Giulia”, incassando l’assegno della regione. Lo specchio promozionale non si ferma qui: prosciutto di San Daniele per i friulani e pecorino sardo e birra per i cagliaritani. Le due squadre sono accomunate anche dalla difficoltà a segnare e dai molti infortuni. Sottil deve cambiare le sue strategie perché Kabasele, al 38’ del primo tempo, si infortuna subito, in campo ci va Ebosse, all’esordio stagionale dopo mesi di infortunio, un rischio che si concretizza al 45’ quando il terzino deve uscire per un malanno muscolare. Al suo posto il giovane Guessand. Le due sostituzioni inguaiano Sottil e i suoi piani. Lovric, già costretto a presidiare la fascia sinistra dallo schieramento di Ranieri e a limitare di molto i suoi inserimenti in area, si immobilizza definitivamente sulla fascia per tamponare. Samardzic deve fare la stessa cosa a destra. Chi resta penalizzato è Lucca che riceve pochi palloni giocabili, anche perché Thauvin deve rientrare spesso a coprire l’incerto Wallace. Detto della situazione strategica e tattica del campo, c’è da rilevare la prestazione dei singoli. Bijol è spietato contro avversari fisici come Pavoletti, stravincendo tutti i duelli, Lucca è prezioso nel tener palla e smistarla a dovere. Avrebbe anche il pallone da infilare nella rete al minuto 79. Assist di Thauvin, gran movimento della punta che si trova a due passi da Radulovic che compie una parata strepitosa negando la più limpida delle occasioni della partita. Un cenno all’esordiente Payero, che al 72’ sostituisce un esausto Lovric. L’argentino non conosce ancora i suoi compagni, ma il gioco del calcio gli è molto familiare: passaggi puliti, visione di gioco, senso della posizione e un po’ di malizia è quello che fa intravvedere e ben sperare per il campionato. Come l’esordio stagionale di Pereyra, rientrato nei ranghi bianconeri. Il resto è un po’ di noia (scusaci Califano della citazione) e un punto da mettere in cassaforte, in attesa di un trittico di fuoco: Fiorentina e Genoa al Friuli e Napoli al Maradona in mezzo alla settimana. Dopo queste gare si potrà tracciare un quadro più preciso della salute e delle ambizioni dell’Udinese. Umberto Sarcinelli