di Umberto Sarcinelli
La differenza fra Udinese e Lazio è nella precisione dei giocatori in campo. Le due squadre sono state alla pari nei minuti di possesso palla, nella precisione dei passaggi (80%), nei calci d’angolo, (4) e nei tiri in porta (2), ma la partita è finita con la vittoria dei laziali per 2 a 1. Appunto, la squadra di Sarri ha concretizzato le sue occasioni, quella di Cioffi no. Fermarsi a questa considerazione, però, sarebbe riduttivo e ingeneroso per i giocatori che sono entrati in campo e per gli allenatori che li hanno disposti secondo scienza calcistica. Cioffi ha confermato la formazione vincente contro il Bologna effettuando un unico cambio: Masina esterno al posto di Kamara. Sacchi ha deciso di tenere in panchina Anderson, Pedro, Lazzari e Vecino optando per una squadra più protetta e fisica a centrocampo. Cioffi non avrà risposte positive, Sarri troverà fortuna nei cambi.
L’Udinese inizia la partita agitando lo sprone, ma si vede subito che non è una giornata positiva; troppi errori individuali, troppo foga e poco ragionamento. La Lazio è sorpresa, ma non travolta, tanto che alla prima occasione va in vantaggio: al 12’ l’arbitro Sacchi fischia una punizione dal limite sinistro dell’area bianconera, Pellegrini vede uno spiraglio nella barriera e calcia proprio li, Okoye non vede patire il tiro e resta sorpreso dalla traiettoria molto angolata la fitta (forse troppo) barriera non riesce a intercettare. Il gol sembra indispettire i friulani che diventano nervosi e precipitosi; si prendono qualche ammonizione di troppo da un Sacchi forse un pochino innamorato del cartellino giallo (alla fine ne mostrerà 8), sbagliano qualche passaggio facile, sprecano possibili occasioni da gol. Insomma, reagiscono male a una disavventura. Nella ripresa Cioffi non ha bisogno di correre ai ripari, la squadra c’è, Masina non ha forze per tutti i 90’ e Kamara è indebolito dalla febbre: un tempo ciascuno è una scelta obbligata. La voglia di pareggiare è evidente sotto la spinta dei tifosi (ancora 23 mila al Bluenergy stadium) e al 14’ della ripresa Ebosele si procura con uno dei suoi soliti scatti una punizione sulla fascia destra, Lovric decide per la battuta tesa a mezza altezza, sulla palla si avventa Pereyra, ma è Walace (nella foto) a deviare in rete. Il pareggio infiamma squadra e pubblico, la Lazio appare in difficoltà, il centrocampo bianconero è potente e tecnico, ci sono i presupposti per tentare di vincere. Sarri corre ai rimpari immettendo in campo Vecino, un giocatore più fisico di Kamada: sarà la sua fortuna. L’argentino al 30’ sfrutta un tocco di Anderson (anche lui appena entrato in campo9 e calcia un diagonale che passa sotto le gambe di Perez e sfiora l’interno del palo, imprendibile per Okoye.
C’è tempo per far vedere Keinan Denis, al suo debutto in campionato dopo l’infortunio estivo e tutte le sue potenzialità. Non c’è tempo, però, per pareggiare, la sciando in bocca a tutti, squadra e pubblico il sapore amarissimo di una sconfitta. Domenica trasferta a Firenze per una partita che ha il sapore di una rivincita dopo l’ingiusta sconfitta dell’andata.