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Tre regali dell’Udinese alla Juventus

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UDINESE 0 JUVENTUS 3 GOL: primo tempo 2’ Chiesa , 21’ (rigorosamente.) Vlahovic, 45 Rabiot UDINESE: Silvestri, Perez, Bijol, Kabasele, Festy dal 56’ Ferreira), Zarraga (dal 1’st Samardzic,) Walace, Lovric, Kamara (dal 1’st Zemura), Beto (dal 75’ Lucca), Thauvin (66’ Success), Allenatore: Sottil JUVENTUS: Szcesny, Danilo, Bremer, Sandro, Weah (Mc Kennie dal 1’st), Miretti (dal 1’st Fagioli), Locatelli, Rabiot, Cambiaso (dal 69′ Iling), Vlahovic (dal 84′ Yildiz), Chiesa (dal 77’ Milik) . Allenatore: Allegri ARBITRO: Rapuano; assistenti: Vivenzi e Vecchi; IV uomo: Giua; Var :Mazzoleni, Avar: Di Martino NOTE: Ammoniti: Sandro, Kabasele, l, Danilo Recupero: 5+ 5. Calci d’angolo: 8a 4 per l’Udinese. Spettatori: 24.991 (abbonati 9316)
UDINE – (U.S.)Non c’è nessuna ricorrenza speciale per la Juventus, nessun compleanno, ne festa comandata e, naturalmente, nessun motivo per fare regali a una squadra che abituata a ricevere più che a dare. Eppure l’Udinese targata per la prima volta “io sono Friuli Venezia Giulia” è generosa, proprio come la terra che rappresenta. Tre regali, frutto d’altrettanti errori e Allegri può cominciare il campionato con una vittoria sognata, sperata, ma non proprio prevista. L’Udinese entra in campo con la riverenza che a torto si deve alle squadre blasonate. Le fasce sembrano autostrade per gli juventini, ieri in maglia nera con inserti dorati, le maglie bianconere con una striscia verticale vorrebbero imitare l’Ajax, ma della determinazione e il coraggio della squadra olandese non c’è la minima ombra. Nel primo tempo bastano due minuti alla Juventus di Allegri per festeggiare l’esordio di campionato:, tocco moscio all’indietro di Zarraga e palla a Chiesa al limite dell’area. Il tiro, senza opposizioni, è la logica conseguenza e la palla varca la linea accarezzando il palo alla destra di Silvestri che guarda il pallone come ipnotizzato. L’Udinese accusa il colpo, cerca Beto in contropiede, ma Danilo chiude tutti i varchi e così al 20’ in un’azione confusa d’area Festy tocca a con la mano voltandosi. Rapuano indica il dischetto contemporaneamente al fischio. Rigore che Vlahovic trasforma per la doppietta juventina. Alla pausa ristoro Sottil si sbraccia vistosamente, non ha gradito la prestazione dei suoi e la timidezza dimostrata davanti a una Juve non certo irresistibile. Al 36’ Beto riceve e vede Thauvin libero, ma il suo passaggio è ritardato da una scivolata e il tiro del francese è di poco alto. Con il passare dei minuti l’Udinese sembra ritrovare fiducia e gioco, ma la squadra di Allegri è attenta e contrattacca con efficacia. Al 45′ Thauvin va in contropiede e dal limite calcia in porta, ma Szcesny è attento a alza in angolo. Sul rovesciamento di fronte Silvestri buca clamorosamente un’uscita su un traversone e lascia a Rabiot un comodo colpo di testa per il 3 a 0. Nel secondo tempo Sottil, dopo una bella strigliata ai suoi negli spogliatoi, inserisce Samardzic per Zarraga e tenta il cambio di passo sulla fascia sinistra con Zemura. Ottiene qualcosa dal serbo che non sembra aver patito per le vicende di mercato e. Appare in buona forma: sue sono le illuminazioni più interessanti nella ripresa, sua la regia in appoggio a Lovric, l’unico a meritare piena sufficienza tra i bianconeri smarriti. Al 67’ è proprio Lazar Samardzic a pescare bene in area Lovric, ma il tiro di testa va di poco fuori. Un’occasione capita in area anche a Beto al 70’ ma il centravanti colpisce male e il pallone va alto. La Juventus sembra appagata, non spinge il pressing, cerca di amministrare la partita, arretrando il suo raggio d’azione. L’Udinese si ritrova così con la possibilità di prendere in mano l’inerzia del gioco, ma è pura illusione, Walace cornacchia, sulle fasce nessuno cerca l’affondo, Beto farfalleggia, Thauvin da saggi di classe, ma nulla di concreto, Silvestri dimostra di essere in giornata no, ma ormai i regali sono incassati. Chi non si arrende è il pubblico che continua incessantemente a sostenere la sua squadra. Così va in archivio la prima di campionato: è una sconfitta che potrebbe non far male se i friulani si faranno un esame di coscienza e capiranno che la serie A non è come un’amichevole, occorre soffrire, sudare e concentrarsi.

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