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“Cortina-Milano 2026”, l’allarme del Cio sulla pista da bob

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La pista dell’Olimpia Bobrun di St Moritz-Celerina

La pista da bob è una ferita sempre sanguinante per gli organizzatori dei giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Recentemente il ministro dello sport, Andrea Abodi, ha visitato  il cantiere di Cortina, rilasciando poi una dichiarazioni ottimistica: “Abbiamo otto giorni di anticipo sul piano di lavoro, a fine mese verrà presentato il mock-up  dello Sliding Center”, affermazione contestata pochi giorni dopo da Christophe Dubi, direttore esecutivo del Cio, in un’intervista alla televisione svizzera: “I lavori sono iniziati con notevole ritardo e le nostre statistiche dimostrano come mai prima d’ora una pista sia stata costruita in così poco tempo”. Quindi c’è un rischio? “Sì, c’è un rischio importante per il completamento di questo progetto di costruzione, che è complesso sotto diversi aspetti, soprattutto da quello tecnico per assicurare l’adeguata sicurezza”. “Se la pista sarà omologata nel marzo 2025, sarà sicuramente utilizzata per i Giochi Olimpici – continua Dubi -. Se invece non lo sarà, non ci saranno più deroghe. Se i lavori dovessero subire ritardi nel corso della prossima estate e del prossimo autunno, si dovrebbe decidere di sospenderli e di non procedere all’omologazione. Quindi, ovviamente, ci troveremmo in una situazione assolutamente terribile perché i lavori sarebbero iniziati, ma non potremmo utilizzare la pista. Questo è lo scenario peggiore”.

La ditta Pizzarrotti ha iniziato i lavori in febbraio e dovrebbe, come da contratto, consegnare la pista entro marzo 2025. Una commessa (non c’è stata gara di appalto) da 122 milioni di euro. I lavori prevedono anche il taglio  di un lariceto che ha provocato le proteste feroci degli ambientalisti, che contestano anche la spesa, considerata non sostenibile ecologicamente e sproporzionata. “Praticamente due milioni di euro per ognuno degli atleti, 59, che parteciperanno alle gare olimpiche”, rileva Mountain Wilderness.

Christophe Dubi ha indicato la soluzione alternativa nell’impianto di St Moritz, una sede non lontana da Livigno., ma dalla località svizzera  puntualizzano: “E’ già tardi – dichiara Martin Berthold, presidente dell’impianto Olimpia Bobrun –  noi siamo pronti a ospitare i giochi, ma ci servono uno-due anni per prepararci e comunque dovremmo saperlo entro questa primavera. Dobbiamo realizzare l’impianto di illuminazione notturna e mettere a punto  tutto l’aspetto logistico”.

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