In Italia oggi nasce un bambino autistico ogni 68 neonati, e se consideriamo anche altri disturbi o malattie il numero cresce in modo preoccupante fino a colpire un bambino su quattro. Negli ultimi decenni i numeri sono drammaticamente aumentati e destinati a crescere, soprattutto nei paesi maggiormente industrializzati.
Cause? In un recente convegno lo scienziato Mauro Ferrari ha individuato delle possibili che possono essere riconducibili all’inquinamento globale, (va precisato che siamo agli albori della conoscenza e che le ricerche dovranno prolungarsi ancora per molto tempo prima di avere qualche certezza) ossia nella qualità dell’aria che respiriamo, delle acque contaminate che assumiamo, dei cibi modificati che ingeriamo, fattori che incidono sul nostro organismo e che lentamente contribuiscono a modificare il nostro patrimonio genetico portando a queste conseguenze.
L’autismo non è una malattia e quindi non può essere curato, è semplicemente un diverso modo di agire del nostro cervello, la persona affetta da autismo può fare tutto, ma lo può fare compiendo un percorso diverso fatto di attenzione, assistenza, comprensione e sostegno.
E le attività motorie e lo sport giocano in tutto questo un ruolo fondamentale. Ne hanno parlato con noi Elena Bulfone, Presidente della Fondazione Progetto Autismo FVG e la dott.ssa Giulia D’Argenio, ricercatrice e docente universitaria presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Udine, evidenziando come le attività motorie e sociali con ragazzi che hanno un disturbo dello spettro autistico siano importanti per il loro benessere, che siano attività fisiche o mediante l’utilizzo di Realtà Virtuale.
Per il video della serata https://youtu.be/YNuVu08TSAE
Luca Zoratti