Dodici mesi per consegnare la pista di bob a Cortina e metterla a disposizione per i giochi olimpici del 2026. La sfida è di quelle quasi impossibili e il Cio è preoccupato. E’ stato formato il contratto tra l’impresa di costruzioni Pizzarotti e la società pubblica Simico: 80 milioni di costo, cinque mila metri quadri di cantiere. e solo 12 mesi per con segnare l’opera, fortemente voluta da Salvini, Tajani e Zaia per evitare che il Comitato olimpico internazionale imponga l’utilizzo di una pista all’estero (Saint Moritz o Innsbruck).
I lavori dovrebbero partire fra un paio di settimane, l’azienda si impegna a operare sette giorni su sette, con maestranze norvegesi. La data di consegna è fissata in marzo 2025, per le omologazioni della pista e i test preolimpici. Losanna non ammetterà ritardi e in pratica c’è solo un mese di margine per rispettare i tempi e limitare quella che rimane comunque una figuraccia mondiale.
Il progetto originario di Cortina è stato “asciugato” di molte infrastrutture che completano l’impianto, come la copertura della pista, la viabilità di accesso e alcuni edifici di servizio. In ogni caso c’è un piano alternativo: ripristinar la pista di Cesana, quella utilizzata nei giochi di Torino 2006. Anche qui tempi strettissimi, fino a giugno ci sarebbero i tempi tecnici per ristrutturare la pista, ma il rischio è quello di avere due cantieri aperti e magari due piste non terminate per le Olimpiadi. Nella corsa contro il tempo e nella totale improvvisazione l’Italia è in prima fila.