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Udinese a Bergamo bella ma perdente

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di Umberto Sarcinelli – Una sconfitta che è anche una sentenza: la somma dei giocatori dell’Udinese ha come prodotto una squadra perdente. I troppi punti persi fin qui in campionato negli ultimi minuiti di partita non sono determinati ne da sfortuna ne da episodi o da errori tecnici di singoli giocatori, ma da una ormai cronica e preoccupante condizione mentale della squadra di Cioffi. Dal punto di vista strategico, tattico, di idee di gioco e di valori individuali l’Udinese potrebbe tranquillamente posizionarsi a metà classifica, con un occhio attento a cogliere migliori occasioni. Invece l’Atalanta a messo ancora una volta a nudo il limite dei bianconeri, peraltro già emerso da tempo. I rimedi non sono facili, perché ineriscono mente e carattere dei singoli giocatori. “La medicina è il lavoro duro” è un mantra che in questo caso si traduce in un trito luogo comune, in una risposta che presuppone di non contemplare altre spiegazioni. Critici, commentatori e improvvisati giornalisti si scagliano sulla società e sulla sua campagna di calciomercato. Sono tutti fuori strada. La possibil cessione di Perez fa alzare alti lai contro la strategia di mercato bianconera, ma tutti dimenticano che Perez è stato il giocatore più impiegato di una difesa che ha assunto l’immagine di un colabrodo dopo l’infortunio di Bjiol. Quindi le lamentele per la pochezza degli attaccanti si sono rivelate un “ballon d’essai” quando Lucca e Tahuvin hanno mostrato di poter ancora fare gol. E allora? Che cosa dire di questa Udinese? Solo sfortuna? Forse, ma la sfortuna è prerogativa dei perdenti. Quindi? Quindi occorre calma e fiducia. Il progetto tecnico della famiglia Pozzo ora sembra confuso e velleitario, ma la storia insegna che l’Udinese è una società ben strutturata e con le idee chiare. Rimanere in serie A per trent’anni consecutivi non è frutto del caso o della fortuna, significa che in fondo c’è intelligenza e progettualità. E che i vari inciampi potranno essere superati. La partita ha un vincitore, l’Atalanta, che è riuscita a segnare due gol nel primo tempo sfruttando le disattenzioni friulane, ma non si tratta di una disfatta della squadra di Cioffi, di una resa senza condizioni. L’Udine se ha giocato al calcio, ha confezionato le sue occasioni da gol, regolarmente non sfruttate, ha rivelato schemi adatti a contrastare l’avversario, ha mostrato una crescita significativi in alcuni giocatori (su tutti Kristiansen). C’è stato anche l’ennesimo esordio in serie A di un giocatore bianconero, Brenner, l’attaccante brasiliano fermo dall’estate per un grave infortunio. Per ora è un’apparizione, abbastanza da straniato, ma occorre pazienza. I tifosi non ne hanno, gli opinionisti e i critici la usano come un’elemento di accusa, la classifica sembra non contemplarla, ma il campionato offre ancora il tempo per i rimedi e un cambio di rotta. In questo senso si potrà leggere i movimenti del mercato di gennaio, anche se in apparenza se ne andranno nomi importanti e ritenuti indispensabili. Le cronache della partita descrivono i gol. Il primo al 33’ con De Ketelaere scarica il pallone a Ruggeri, riceve il passaggio di ritorno e, una volta entrato in area rigore, premia l’inserimento di Miranchuk che devia indisturbato in rete. Nel primo minuto di recupero una lunga rimessa laterale dalla destra di Holm fa arrivare il pallone in area dove De Ketelaere di coscia serve Scamacca: l’attaccante incrocia il tiro e mette fuori causa Oyeke. E l’Udinese? Le occasioni capitate a Lovric, Ebosele, Wsallace, Perez e Tahuvin sono imprecise. Infine, anche per sottolineare che non costituisce un alibi, l’ennesima prestazione negativa di un arbitro. Piccini ha diretto senza lode, ma l’episodio del giallo di Pasalic è copia conforme a quello di Sassuolo che è costato il rosso a Payero dopo il richiamo del Var. L’Udinese vinceva 2 a 0 e in dieci ha subito il pareggio dei neroverdi (con due rigori). A Bergamo, invece, nella stessa situazione, nessun provvedimento. C’è qualcosa da rivedere nell’uniformità degli arbitraggi e nei compiti del Var. FOTO: Perz, forse all’ultima partita con l’Udinese, interviene su Scamacca.

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